BOGNANCO
Questi sono i giorni dedicati alle visite nei cimiteri ed in valle Bognanco, due sono i luoghi per le inumazioni; uno a San Lorenzo e uno a San Marco. Quello di San Lorenzo, capoluogo della valle, è ben noto a tutti poiché facilmente raggiungibile e visibile dalla strada provinciale, mentre quello di San Marco, è per molti sconosciuto perché nascosto fra i boschi e lo si può raggiungere solo a piedi.
Per chi sale da Domodossola, in località Pianezza, deve attraversare – a piedi - il bellissimo ed antico ponte pedonale ad arco e salire la mulattiera. Per quelli invece che scendono la valle, è più semplice recarsi fino a San Marco in auto e poi scendere a piedi la vecchia strada pedonale. Due cimiteri perché un tempo la valle Bognanco, era divisa amministrativamente in due comuni: Bognanco Dentro e Bognanco Fuori (quest’ultimo comune, comprendeva anche Monteossolano che poi, nel 1959 si distaccò per aggregarsi con Domodossola). Da quando Bognanco è diventato un unico comune (1928), ognuno può scegliere dove farsi inumare. Solitamente però chi abita nella parte bassa viene seppellito nel cimitero di San Marco, mentre chi abita nella parte alta della valle, nel cimitero di San Lorenzo che tra l’altro nel 2004, è stato oggetto di ampliamento in quanto ritenuto troppo piccolo per soddisfare le numerose richieste di chi sceglie questo luogo per la sua ultima dimora.
Il cimitero di San Marco, vive una realtà diversa e tutta speciale.
Entrando dal cancello in ferro, rivolto a mattino, il colpo d’occhio fa pensare che è completo, ma poi andando a leggere le date scritte sulle lapidi, si scopre che molte persone, pur essendo decedute nei lontani anni trenta, quaranta, mantengono ancora la loro tomba originale. Su alcune lapidi non si leggono più i nomi e nemmeno le date e su altre, anche la foto è irriconoscibile. Alcune semplici tombe poi, si potrebbero definire di famiglia in quanto riportano sulla stessa lapide, foto e dati anche di familiari, deceduti in precedenza. Cammini fra le tombe e qualche nome conosciuto ti porta nella mente momenti recenti di vita bognanchese. Per la maggior parte però, sono volti in bianco e nero, antichi e sconosciuti e le numerose targhette, scritte in francese, poste vicino alla fotografia, ti fa capire che questa è stata una terra di emigranti.
Solo l’eco del torrente Bogna giù nella valle e qualche raro rombo di auto lontano sulla strada, rompono il silenzio di questo cimitero. Il tappeto di muschio che si è mangiato nei decenni il ghiaietto fra le tombe, ti fa camminare senza alcun rumore e non si può certo dire che qui non si riposi in pace.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO