BOGNANCO
Vai su e giù per la valle Bognanco ogni giorno e non ci fai caso ai vari cartelli pubblicitari in giro, poi un giorno ne trovi uno, poi un altro ed altri ancora, completamente oscurati con dei teli neri ed allora ti incuriosisci. Ti fermi e leggi cosa c’è scritto: “Insegna oscurata per tassa troppo elevata”. Cerchi di ricordare cosa c’era scritto sotto a quei teli neri e poi ricordi; in uno: “Benvenuti a Bognanco” in un altro: “biglietteria”, in un altro ancora: “Acque Minerali e Terme di Bognanco”
In paese, questa provocazione, fa un po’ sorridere e nello stesso tempo anche discutere. Il sindaco dice che i prezzi delle pubblicità, tra l’altro applicati in misura minima (euro 11,36 al metro quadrato ndr), sono fermi al 1995 e da quella data quindi, non sono mai stati aumentati.
La Società proprietaria delle acque minerali, tramite il Direttore dello stabilimento Michele Bonzani, si giustifica dicendo che è inammissibile pagare al comune costi così elevati per insegne e cartelli che di fatto, promuovono il territorio. «In fin dei conti a beneficiarne, è tutto il Comune, non solo l’azienda delle acque minerali. Pensi che pretendono soldi anche per un cartello con scritto “biglietteria”».
Fabio Pizzicoli, rappresentante degli albergatori, è un po’ sorpreso per questa iniziativa della società acque minerali. «Vorrei capire, innanzi a tutto – dice Pizzicoli – quanti di questi soldi vengono effettivamente incassati dal comune, perché se tutto viene gestito in loco, pagare le tasse per le pubblicità esposte, deve star bene a tutti, ma se a guadagnarci è qualcuno altro, allora si dovrebbe rivedere un po’ le cose».
La vigilessa, difende la posizione della amministrazione comunale e puntualizza:« Bisogna innanzi a tutto distinguere bene cosa significa “Tassa” e cosa “Imposta”. La tassa per la pubblicità, è un tributo che il soggetto è tenuto a versare, quando ad esempio espone un cartello o insegna riferita ad una propria specifica attività, l’imposta invece è un tributo legato alla produzione di un reddito ed i soggetti sono, l’operaio, l’imprenditore, o semplicemente il proprietario di un immobile che in base al reddito prodotto sono assoggettati ad un imposta.
Il comune – continua la vigilessa - ha dato in appalto, da vecchia data, alla Società DUOMO GPA s.r.l. di Milano, la gestione della pubblicità e non conosco comuni nel VCO che gestiscono in proprio questa tassazione. L’ammontare delle tasse che vengono riscosse, in base alle insegne ed i cartelli esposti dai privati, è di circa tre mila euro annui e la società milanese, si è aggiudicata l’appalto per mille euro annui. Quindi il comune incassa circa un terzo. Se uno non vuole più pagare questa tassa, non deve far altro che dare disdetta entro i termini e togliere il cartello. D’altronde uno paga la tassa della pubblicità solo se di fatto pubblicizza in qualche modo la propria attività. Per essere chiari, se io non espongo; non pago».
Sembra che in ogni modo, quei cartelli, anche se oscurati, saranno comunque soggetti alla tassazione per tutto il 2013, perché non c’è stata disdetta.
Il comune sta valutando cosa fare per le insegne oscurate, visto che in un paese turistico non sono certo un bel vedere, ma la cosa che proprio non va giù, è la scritta: “insegna oscurata per tassa troppo elevata”.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO