BOGNANCO
No. Tranquilli. Non stiamo parlando del quinto candidato sindaco di Bognanco.
Piera Modini, classe 1927, non ha intenzione di mettersi in politica. Non lo ha mai fatto prima e non lo farà di certo adesso. Lei per cinquant’anni ha fatto l’albergatrice a Bognanco Fonti e di sindaci bognanchesi ne ha visti passare tanti.
«Proprio così – dice Piera - ricordo molto bene Nino Darioli, una persona squisita e corretta, sicuramente il miglior sindaco che la valle Bognanco ha mai avuto e più recentemente posso dire che anche Guido Prada si impegnò molto per Bognanco».
Andiamo con ordine Piera e partiamo dall’inizio; da quel 1949 quando venne a lavorare alla trattoria Pianezzi.
«Avevo 22 anni e conoscevo molto bene la gente della valle, perché da piccola andavo sempre a Barro dove viveva mio nonno Giacomo e con lui si veniva spesso a Bognanco.
La trattoria la tenevamo aperta tutto l’anno e c’era sempre un gran via vai. Pieno di turisti d’estate e tanti ragazzi del paese durante tutto l’anno e poi venivano i camionisti che trasportavano l’acqua minerale. Veniva l’umbrelat da Valpiana, ul Gino dal Gabi che chiedeva sempre “la mista”, che poi non era altro che un bicchiere di vino fatto a metà con spuma. Ricordo che vicino alla trattoria abitava la Teresita che mi voleva un gran bene e mi fece un po’ anche da mamma».
Fino a quando rimase alla trattoria Pianezzi?
«Fino al 1957, quando conobbi Carlo Bottini e nacque mia figlia Anna Maria. Sistemammo la casa a Prestino che da affittacamere la trasformammo in albergo e lo chiamammo “Mirafiori”. Furono anni intensi e di molto lavoro. Mi concedevo solo ogni tanto una visita al mercato di Domo e con l’occasione andavo a salutare mia cugina Sandra che ora abita a Ravenna e che a proposito so che è abbonata al vostro giornale e legge sempre le notizie su Bognanco».
Piera, torniamo a Bognanco… Ricorda qualche fatto curioso di quei tempi?
«Curioso o no, ricordo le tribulazioni degli anni settanta, quando mio marito era vice sindaco e doveva assistere ogni giorno la ruspa che tracciava la strada Campeglio – Bosco- Pioi. Era una guerra perché c’erano alcuni che volevano che la strada passasse da San Marco e da Foibello e non da Campeglio e così mio marito stava tutto il giorno in cantiere ed io dovevo lavare tutti i santi giorni i suoi vestiti sporchi di terra…».
E qualche bel ricordo?
«Cosa vuole che le dica… Ricordo bene il Commendator Crescentino Rampone, quando era presidente della società acque minerali. Una persona davvero eccezionale. Peccato che morì proprio sul più bello… Ecco, se vogliamo essere precisi, scriva pure che il declino di Bognanco iniziò proprio dopo la morte di Rampone».
Piera! Le ho chiesto qualche bel ricordo. Non può chiudermi sempre le risposte con fattori negativi.
«Non ce la faccio… E’ più forte di me. Certamente ho vissuto momenti belli, ma se chiudo gli occhi vedo passare tanti tristi ricordi…».
Dai coraggio, un ultima domanda… però provi a guardare il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto…
«Va bene. Ci provo. Sentiamo questa ultima domanda».
Bognanco, in questo periodo è in fermento per l’avvicinarsi delle elezioni amministrative; come vede il suo futuro?
Piera resta in silenzio, mi guarda e abbozza finalmente un piccolo sorriso. Sorrido anch’io, contento di vederle sul viso una luce morbida, nuova e diversa da prima ed è proprio questo il momento che gli scatto la foto, poi Piera mi risponde e mi stende:
«E’ meglio che non dico nulla su questo argomento perché non vorrei prendermi qualche querela. Le dico solo che a causa di come stanno andando le cose, ho dovuto chiudere l’albergo e per il futuro non posso che vedere nero…».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO