BOGNANCO
Era la fine di ottobre di cento anni fa e precisamente il 29 ottobre 1914, quando sei bognanchesi: Leopoldo Bussoni, Pietro Villa, Giuseppe Pera, Lorenzo Giovangrande, Giuseppe Villa e Natale Tonossi , unitamente ad altri tre di Premosello: Francesco Bionda, Ermenegildo Primatesta e Giovanni Chiovenda, vennero travolti ed uccisi da una valanga in Val Varia, sul pendio svizzero al di là del Passo Monscera.
Spalloni, contrabbandieri! Scrissero i giornali dell’epoca, ma di fatto, erano solo semplici operai che, terminati i loro lavori (i tre di Premosello lavoravano alla costruzione della nuova caserma della Finanza di San Lorenzo, mentre i sei bognanchesi con molta probabilità lavoravano nei boschi ed in questo periodo erano senza lavoro), decisero di avviarsi in Svizzera per comprare beni alimentari e provviste da portare alle proprie famiglie.
Partirono da San Lorenzo mercoledì 28 ottobre 1914 e raggiunsero Gondo, attraverso il Passo Monscera, in serata quando già nevicava. Si fermarono per la notte in paese ed alla mattina successiva, giovedì 29 ottobre, verso le 10, dopo aver caricato come si doveva le loro bricolle, si incamminarono nuovamente verso il Passo Monscera. Nevicava ancora ed i nove mal capitati, non arrivarono mai su in cima al Passo. Non perché fossero stanchi o perché non trovassero la strada; semplicemente perchè una slavina li travolse di sorpresa e li trascinò giù per la val Vaira. Finito il rombo della valanga, solo polvere di neve nell’aria ed un silenzio spettrale. Nessun respiro.
Non erano contrabbandieri. Erano padri (il Chiovenda di Premosello aveva quattordici figli ed uno in arrivo…), mariti e figli e tutti portavano viveri e provviste per i loro cari. A San Lorenzo, dopo qualche giorno di attesa, visto che nessuno era ancora rientrato da quel viaggio in Svizzera, due alpigiani si recarono a Gondo, passando dal basso e, avuta la conferma che i nove erano effettivamente ripartiti il 29 ottobre con le pesanti bricolle sulle spalle e diretti a Bognanco, con sei uomini vallesani, percorrendo la strada presumibilmente battuta dai “contrabbandieri” sperduti, giunsero nella località detta Casagrande, sotto l’Alpe Possetta, 400 metri di quota più in basso rispetto il Passo Monscera. Qui, trovarono sepolti nella neve quattro cadaveri: Lorenzo Giovangrandi, Giuseppe Villa, Pietro Chiovenda e Natale Tonossi . Le salme furono immediatamente trasportate al cimitero di Gondo. Degli altri cinque nessuna traccia e così gli abitanti della valle Bognanco, organizzarono subito dopo una spedizione di ventun persone per rintracciare gli scomparsi che purtroppo però non si riuscì a trovare. Il giornale “Ossola N. 46 del 14 novembre 1914 così scrisse: “ I funerali delle quattro vittime rinvenute, ebbero luogo venerdì 6 novembre a Gondo e la manifestazione di cordoglio che gli abitanti di quell’ospitale villaggio svizzero fecero, per la raccapricciante catastrofe, in un coi nostri concittadini recatisi colà, fu invero delle più pietose e commoventi. Quattro le bare: comune la fossa!”
Le ricerche furono sospese ed il freddo dell’inverno congelò a quelle quote ogni cosa e solo il 7 giugno 1915, la neve restituì la quinta vittima: Giuseppe Pera di Trasquera, ma da tre anni domiciliato a Bognanco e pochi giorni dopo Ermenegildo Primatesta e Marcello Bionda. Il 13 giugno 1915 è stata la volta di Leopoldo Bussoni e solo il 5 luglio fu ritrovato Pietro Villa, in posizione un po’ distante rispetto agli altri e scoperto casualmente per il fatto che troppe mosche insistevano nello stesso posto. Anche queste salme vennero sepolte nel cimitero di Gondo e non fu semplice attribuire ad ognuno la giusta identità, visto il cattivo stato di conservazione dei corpi. Si legge sul giornale Indipendente N. 28 del 14 luglio 1915: "Di questi giorni fu osservato che un nugolo di mosche svolazzava insistentemente in un luogo speciale per la regione ove si presumeva fosse accaduta la sciagura. Fu allontanata la poca neve e si vide apparire una livida testa umana che al contatto dell’aria si sfasciò. Fu la traccia per le ulteriori ricerche e vari gruppi bognanchesi, fra i quali Pianezzi, Giordano, Tomellini con un gruppo di Vallesani dall’opposto versante, riuscirono in varie riprese a ricuperare le salme sformate ed irriconoscibili, tanto che venivano seppelliti uno per l’altro, salvo riconoscere l’errore quando rinvenendone altro sepolto, in qualche modo si ristabiliva l’identità.”
Perché questo racconto?
Non solo perché Franco Villa, residente con la sua famiglia a Bognanco San Lorenzo e nipote di quel Giuseppe Villa (uno dei nove), in collaborazione con la Parrocchia ed il comune di Bognanco, vuole ricordare questa tragedia con la posa di una lapide, domenica 12 ottobre, in occasione della festa del Ringraziamento, ma per far finalmente compiere ed ultimare a questi uomini, il loro viaggio di ritorno, iniziato a Gondo il 29 ottobre del 1914 e terminato solo oggi, dopo cento anni, nella loro terra.
Non è mai troppo tardi... né per ricordare, né per pregare.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO