BOGNANCO 

In Alta Valle Bognanco, sui percorsi che attraversano le Alpi, c’è un rifugio; l’unico del CAI in valle Bognanco, posto  a 2039 metri s.l.m. Si tratta del rifugio Alpe Laghetto, realizzato dalla Sezione CAI di  Somma Lombardo,  sottosezione di Arsago Seprio (VA). L’edificio, di proprietà del comune di Bognanco, è stato inaugurato nel luglio del  1998. E da allora, nei mesi estivi (giugno – settembre), è un punto sicuro per ristorarsi e pernottare, ma la struttura, dispone anche di uno spazio detto “invernale o di emergenza”, dove tutti possono trovare rifugio in qualsiasi periodo dell’anno ed in qualsiasi circostanza, con possibilità di scaldarsi, dormire e prepararsi un pasto caldo. E’ la caratteristica che differenzia le strutture CAI da quelle private; l’accesso libero e garantito. Sempre.

La gestione è affidata a volontari e soci CAI che si alternano nei compiti e nei periodi ( quest'anno circa una quindicina). C’è poi chi è volontario più di altri, come il mitico Giovanni Angeloni, detto anche “il Vichingo” che quest’anno è rimasto al rifugio ininterrottamente  dal 28 giugno al 7 settembre.

 

Nel giorno di chiusura del rifugio, a fine settembre,  abbiamo incontrato Pierluigi Poletti, responsabile della struttura e gli abbiamo fatto alcune domande: Quest’anno  l’estate è stata pessima,  per tutti;  anche per Voi?

« Eh sì, purtroppo  abbiamo riscontrato, rispetto al 2013, un  meno  20% di presenze e meno 11%  di  pernottamenti ».

E quali sono i vostri ospiti abituali?

«Diciamo che l’80% sono stranieri (svizzeri, tedeschi, francesi, inglesi) e quasi tutti passano dal rifugio perché percorrono  la Grande Traversata delle Alpi (GTA). Per la maggior parte sono piccoli gruppi di 2-3 persone. Molti camminano solitari e riscontriamo che la partecipazione femminile è in costante aumento».

Età media?

« 40 anni».

Il rifugio si trova  a oltre due mila metri e non è accessibile da strada, quali sono i maggiori disagi?

«Sicuramente il trasporto dei viveri e dei materiali per le continue manutenzioni, sono un bel problema perché solitamente lo facciamo utilizzando  l’elicottero, con dei costi elevati e poi c’è la questione del collegamento telefonico che non sempre funziona; ci vorrebbe  un ripetitore che possa assicurare un largo campo di ricezione, non solo per noi, ma per  tutta l’alta valle».

Come trascorrono  la giornata i volontari del  rifugio?

«Nei periodi di maggiore affluenza, l’impegno maggiore è in cucina e poi ci sono  le  pulizie da fare, servire ai tavoli e assicurare il buon funzionamento della struttura. Negli altri  periodi ci occupiamo della manutenzione in generale. C’è da ultimare il ricovero esterno  delle bombole gas e l’area per il ricovero temporaneo dei rifiuti…».

Già, i rifiuti, deve essere un bel problema;  come fate?

«Facciamo la raccolta differenziata e non  buttiamo via niente ed a fine stagione, sempre con l’elicottero, portiamo a valle, tutto ciò che non  è stato riutilizzato, nei sacconi e  paghiamo il servizio di  raccolta alla ditta che opera nel comune di Bognanco».

Siete sempre al lavoro; qualche idea per il futuro?

«Dovremo potenziare la turbina idroelettrica, ormai insufficiente. Vorremmo allargare la cucina per migliorare il servizio e sistemare esternamente l’area davanti al rifugio con una nuova arginatura e la posa di una staccionata in legno».

Tutte idee orientate ad aumentare le potenzialità del rifugio…

«Sì, Certo. I presupposti ci sono e noi siamo ottimisti, speriamo solo di trovare sempre di più  nuovi volontari, disposti a dare una mano nella gestione del rifugio».

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

Mappe dei sentieri

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