Scriviamo su questo giornale di una morte avvenuta e sepolta sopra al lago d’Orta; perché? Semplicemente perché quest’uomo; Giuseppe Darioli classe 1930, nacque e si formò su queste nostre montagne e la sua culla è stata la valle Bognanco. Uomo d’altri tempi Giuseppe. Nel fare, nel parlare e nel condividere le cose di tutti i giorni, in famiglia, sul lavoro e con il mondo intero. Dei fratelli era “quello studiato”. Gli avevano cucito addosso questo pensiero che lui si è portato dietro spesso con ironia. Studiò qualche anno da prete e così lasciò ai fratelli la vita dura su all’alpe, in mezzo alle mucche e questo privilegio gli andò stretto tanto che, nelle pause estive aiutava i fratelli più che poteva per cercare di pareggiare i sacrifici che lui ovviamente non faceva in seminario.
Gli piaceva l’eleganza e la bellezza in tutte le cose e l’entusiasmo non gli è mai mancato. “Su di giri” diceva sempre a chi lo andava a trovare e anche quando ultimamente la sua vita gli girava lenta, lui sorrideva. Ai nipoti ricordava sempre che “abbiamo due orecchie per sentire ed una bocca sola per parlare e quindi dobbiamo ascoltare il doppio e parlare la metà”. Un concetto che fu da lui interpretato molto bene nella vita, dimostrando sempre più attenzione ai fatti che alle parole. Ricevette l’onorificenza di Cavaliere, un titolo che gradì, ovviamente, ma con discrezione. Fu consigliere comunale a Bognanco prima e sindaco di Arola poi per diverse legislature, ma non solo, si occupò di pro loco e di vita sociale. Fin da ragazzino praticò il calcio e fu allenatore in diverse società e poi dovette smettere causa un ginocchio danneggiato, ma la passione per il calcio la coltivò durante tutta la sua vita. I funerali si sono svolti lunedì 23 novembre ad Arola, dove abitava con la moglie Carla e ad accompagnarlo al cimitero molta gente e molti bognanchesi fra i quali i componenti della Corale, per dedicargli ancora una volta la bellezza, quella del canto.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO