Una cosa giusta i due ragazzi rimasti intrappolati nella neve fresca, domenica scorsa su all’Alpe Paioni, l’hanno fatta; essere ritornati in baita. E i complimenti finiscono qui.
Da giorni le tv davano un fine settimana con abbondanti nevicate e l’Alpe Paioni si trova a 1750 metri s.l.m. Una mezzoretta a piedi dal parcheggio di San Bernardo, in condizioni normali, ma domenica sera c’era oltre un metro e mezzo di neve fresca e gli uomini del Soccorso alpino hanno impiegato più di un ora e mezza a raggiungere la baita, con gli sci ai piedi e le pelli di foca, dopo che il padre di uno dei ragazzi, non vedendoli arrivare, ha dato l’allarme.
Giampaolo Maccagno, capo stazione del soccorso alpino di Bognanco ha detto che «sarebbe bastata una telefonata per avvisare del ritardo e tranquillizzare i familiari, ma purtroppo sulle nostre montagne le linee telefoniche non sempre hanno buona copertura. Sarebbe stato ancora più saggio – ha concluso – se i due ragazzi fossero rientrati a casa già il sabato, quando ancora la neve non era così alta».
Quando sei in montagna e la neve supera l’altezza della bassa vegetazione, ti restano come riferimenti solo gli alberi (se ci sono) e non hai più sentieri o strade, ma solo direzioni. Bastano dieci metri sbagliati e sei già fuori percorso. E tu non te ne accorgi, specialmente quando c’è poca visibilità. Gli esperti sostengono che la neve appena caduta è sempre instabile e da un pendio, anche non necessariamente troppo inclinato e nemmeno troppo esteso, può staccarsi una massa nevosa sufficiente a seppellirti.
I due ragazzi, domenica pomeriggio, con le ciaspole ai piedi, quando finalmente si sono decisi di scendere, dopo poche decine di metri, stremati dalla fatica, hanno rinunciato e deciso di ritornare indietro. Se la neve non è compattata, la ciaspola sprofonda e per risollevarla fai molta fatica. Troppa. Dieci metri, venti, cinquanta e sei sfinito. E poi?
«Trovarli è stato semplice – ha detto Giampaolo Maccagno - è bastato seguire le tracce che fortunatamente portavano alla baita. Quando siamo arrivati lì erano ormai le nove di sera. I due ragazzi erano al sicuro e fortunatamente stavano bene e così, noi davanti con gli sci e loro dietro con le ciaspole a seguire le nostre tracce, siamo arrivati giù al parcheggio».
Tutti felici e contenti perché, tutto è bene quel che finisce bene, ma una domanda viene spontanea: Questo, è stato un intervento di soccorso gratuito?
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO