Non ho potuto farne a meno. Entrando nella sala dell’albergo Da Cecilia a Graniga, ho buttato l’occhio a destra e ho notato un cartello appeso alla porta della cucina con scritto: “Baciate la cuoca” e poi ho visto lei, Paola, la cuoca, con le mani in pasta che maneggiava sul robusto tavolo di acciaio.
La giornata è spenta, grigia, con pioggia e la neve ha imbiancato i pascoli poco sopra. Siamo a novembre, periodo turisticamente più morto che vivo, ma siccome sappiamo che la buona cucina non muore mai chiedo: cosa sta cucinando?
“Maccheroni dell’alpigiano! “
Cioe?
Ride come sempre Paola e allarga le mani impastate “Farina bianca, uova, semola, acqua e sale”.
Tutto qui?
“Eh no, poi faccio un soffritto di asparagi e speck e ci metto anche un aggiunta di noci”.
Ah… ecco il segreto di questo piatto che tutti chiedono. Posso scriverlo?
“Sì, sì, faccia pure, tanto gli ingredienti non sono segreti”.
Sappiamo che qui vanno forte i primi piatti. Cos’altro sta preparando?
Uh, curioso….possiamo sapere?
“Ci mancherebbe. Certo. Utilizzo farina bianca che mescolo con la farina di polenta di Beura, uova, latte e sale. Faccio una besciamella che amalgamo con il grasso d’Alpe Monscera e funghi porcini e poi preparo le piodine in padella. Farcisco il tutto, metto in forno per venti minuti ed è pronto da impiattare.”
Perché Piodine?
“E’ un idea nata con la pro loco degli anni novanta e vengono servite nel piatto sovrapposte come le nostre piode dei tetti ed ecco giustificato il nome Piodine.”
Sono trascorsi pochi minuti. Mentre mi incuriosivo e ponevo domande, Paola non ha mai smesso di lavorare. Mi parlava e cucinava e con sorpresa mi dice: “Se aspetta cinque minuti, le faccio vedere i piatti.”
Si, certo, intanto bevo un caffè.
“Ecco pronto! Se vuole fare una foto ai piatti faccia pure ma a me niente fotografie per favore.”
Non insisto. Fotografo i piatti fumanti e profumati messi sulla tavola. Una tavola di tutti i giorni, senza tanta cerimonia, ma frutto di una grande passione e indiscussa professionalità. Ho sorriso a Paola e ho capito il perché di quel simpatico cartello sulla porta che entra in cucina e con naturalezza non ho saputo resistere; anch’io ho baciato la cuoca.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO