E’ un Soccorso che cambia quello della valle Bognanco. A dirlo è Giampaolo Maccagno, responsabile del Gruppo di Soccorso Alpino bognanchese che ha sede operativa a San Lorenzo.
In quanti siete a far parte del Soccorso?
“Mi faccia contare… siamo in diciannove e siamo orgogliosi di avere fra noi Felice Darioli, per anni capo della Decima Delegazione del Soccorso Alpino e oggi vice presidente del Soccorso Regionale. Il mio vice è Marco Cocco e molti del nostro gruppo, sono tecnici esperti per ogni tipo di intervento”.
Esempio?
“ Abbiamo diversi torrenti dove vengono gli appassionati del Canyoning e ogni tanto ci chiamano per intervenire in forra. Non è una cosa semplice muoversi in quello scenario e quindi abbiamo dovuto specializzarci anche in questo tipo di soccorso che spesso avviene con l’aggravante dell’oscurità. Il nostro uomo forte per gli interventi in forra è Walter Cappai e con lui altri cinque del nostro gruppo sono esperti per affrontare queste situazioni”.
Quanti interventi fate in un anno?
“ Dipende… lo scorso anno una decina”.
E quali sono gli interventi più comuni?
“Nella maggior parte dei casi interveniamo a soccorrere i cercatori di funghi, ma se guardiamo lo scorso anno sono stati di più gli interventi legati alla attività del canyoning.
Intervenite solo in valle Bognanco?
“No, siamo disponibili per interventi su tutto il territorio del VCO, in stretta collaborazione con la Decima Delegazione del Soccorso alpino e quando succedono disastri a livello Nazionale, come ad esempio l’ultimo caso dell’hotel Rigopiano sommerso dalla valanga, siamo a completa disposizione”.
Qualcuno di voi è andato a Farindola?
“Sì, Marco Possa ; l’unico pronto e disponibile a partire immediatamente. Ci hanno telefonato alle nove di sera e si doveva partire già nella notte. Ci sono tanti fattori che incidono su queste disponibilità; il lavoro, la famiglia, la salute… Marco era in ferie e così non ci ha pensato due volte. E’ partito”.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Marco Possa per farci raccontare la sua esperienza.
“ Al giovedì pomeriggio, dopo il fattaccio, eravamo già sopra la valanga ed abbiamo subito iniziato ad operare. Eravamo sessantacinque del soccorso alpino, più vigili del fuoco e militari. Bastava guardarci negli occhi per capire cosa ognuno doveva fare, c’era sintonia nei movimenti. La prima analisi è stata che le persone sepolte non erano sci alpinisti o escursionisti; erano ospiti dell’albergo e quindi l’unico modo per trovarli, a parte i cani era la sonda e quando capitava di incontrare con l’asta in profondità del morbido, si scavava in fretta in quel punto, sperando di trovare una persona ancora in vita e si scopriva che ci eravamo imbattuti in un materasso o un cuscino. E si proseguiva ininterrottamente ancora e ancora. Ho assistito con emozione al salvataggio di tre bambini e tre adulti e purtroppo anche due persone decedute. Al sabato pomeriggio, ci hanno dato il cambio e siamo rientrati a casa. E’ stata una esperienza forte e per me indimenticabile”.
I suoi compagni lo hanno ringraziato per aver dato la sua immediata disponibilità alla Protezione Civile e tutto il gruppo si è ritrovato insieme per condividere l’esperienza vissuta in questo intervento andato su tutte le televisioni del mondo, ma occorre ricordare che allo stesso modo questi angeli della montagna offrono da sempre, piena disponibilità, impegno e fatica, rischiando a volte anche la vita, anche quando internet, televisioni e giornali, non dicono nulla.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO