Giovedì scorso, all’ospedale di Pallanza, è mancato Dante Villa di anni 81. Bognanchese doc, trascorse gran parte della sua (spericolata) vita in giro per mezzo mondo e, raggiunta l’età della pensione, ritornò ad abitare in valle nella sua casa d’infanzia nel bellissimo borgo di Pizzanco.
Quasi un seconda vita la sua, in questi anni da tranquillo pensionato bognanchese. Gli piaceva raccontare al bar le sue avventure di gioventù quando contrabbandava sulle montagne o dei suoi tempi d’oro quando gestiva i tre ristoranti a Trieste: Inferno, Purgatorio e Paradiso e faceva “la bella vita” (parole sue). «Se vi racconto tutto quel che ho combinato – diceva – ce ne sarebbe per scrivere un intero libro». Dai racconta, gli dicevano incuriositi gli amici e lui rideva. «In primavera, vi porterò tutti gli articoli di giornale che hanno parlato di me, di quando ero giovane». Una promessa che non potrà mantenere, perché Dante è mancato la settimana scorsa, portando con se molti segreti delle sue avventure ed ha lasciato tutti un po’ sorpresi per il fatto che a ottant’anni sembrava un eterno ragazzo; sorridente e prestante. I funerali si son tenuti a Verbania venerdì pomeriggio 12 ottobre in forma civile e sobria, come aveva espressamente richiesto ed ad annunciare la sua morte, la compagna Carmen, le tre figlie Scilla, Lisa ed Emily, con le rispettive famiglie.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO