Lo si capisce da molte cose quando sta per arrivare l’inverno. Gli alberi lasciano cadere le foglie. Gli animali infoltiscono il pelo, per difendersi dalle rigide temperature. Io ad esempio, prima del freddo accumulo legna da ardere vicino casa e grattugio il rafano coltivato nell’orto per mescolarlo con ingredienti noti ed altri segreti che arrivano dai paesi freddi dell’est Europa ricavandone una salsa che si chiama Cren da abbinare ai bolliti e altri piatti tipicamente invernali. C’è chi si preoccupa di chiudere il rubinetto dell’acqua fuori in giardino perché non geli. C’è chi va a prendere le foglie secche e se non le utilizza per le bestie, le sistema ai piedi degli alberi da frutto in giardino e c’è chi, senza fare nomi, si riempie la camera da letto con sacchi di pellet per paura di rimanere senza. Ognuno ha le sue strategie di difesa. I coniugi Mariangela Baiettini e Giuseppe Darioli della Pianezza ad esempio, oltre a riempire la legnaia di legna per la stufa, dicono: «da qualche anno riempiamo anche il freezer con ogni ben di Dio. E patate ne abbiamo a volontà; sia qui che su a Pioi e così, se viene giù una nevicata un po’ pesante, possiamo resistere per un bel po’ di tempo senza andare a fare spesa. E poi abbiamo anche le galline che ci garantiscono uova fresche tutti i giorni».
Carlo Grossi di San Lorenzo, quando arriva il primo freddo, costruisce la serra per proteggere le ultime verdure dell’orto e quando piove o nevica, si dedica alla manutenzione dei macchinari che utilizza d’estate per coltivare i suoi terreni. E poi, anche lui si porta la legna vicino a casa, ma con molta saggezza dice: « è quella che brucerò solo fra due anni; per questo inverno sono a posto. Un altra cosa che faccio è raccogliere i ricci delle castagne, per mescolarli con la terra dei campi. Il risultato è una terra morbida e concimata in modo naturale».
Fiorenzo Possa di Messasca ride alla domanda. «Eh… una volta ne facevamo tante di cose prima dell’inverno, adesso sono sempre via con il camion e non c’ho più tempo, ma ad una cosa non ho rinunciato; il maiale!
Ai tempi i miei genitori lo tenevano insieme alle altre bestie e adesso a novembre ne prendo uno già macellato e lo seziono tutto ricavando, come mi ha insegnato mio padre, prosciutti, mortadelle, salamini… che appendo meticolosamente sul soffitto della vecchia cantina – quella buona- per la conservazione naturale».
Dario Darioli con un passato da barista – a Gravellona - ed un presente da montanaro – a Graniga – risponde: «Al momento il mio sogno per questo primo inverno pieno qui a Graniga è molto semplice; vorrei arrivare giù dai monti con gli sci fino qui davanti a casa e quindi mi sto preparando l’attrezzatura dello sci alpinismo».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO