L’ultima ordinanza, emessa dal comune di Bognanco che obbliga i proprietari dei terreni limitrofi alle strade provinciali e comunali a tagliare rami e alberi entro una certa larghezza dal ciglio strada, fa un po’ discutere.
«Oltre agli avvisi pubblici affissi su tutto il territorio – dice il sindaco - abbiamo inviato molte lettere ai proprietari dei terreni confinanti con la strada provinciale, con l’ordine di tagliare le piante, entro i sei metri dalla carreggiata, che con i loro rami rendono pericoloso il transito»..
La Provincia, senza soldi, da tempo, non provvede più alla manutenzione ordinaria ed interviene solo nei casi di emergenza. Già altre volte il comune aveva emesso ordinanze per obbligare i bognanchesi a tagliare le piante ed i rami, senza molto successo, perché le ordinanze non basta scriverle ed esporle, bisogna anche farle rispettare.
Stavolta, oltre all’ordinanza affissa su tutti i muri, il comune ha inviato specifiche missive ai singoli proprietari e qui l’effetto è cambiato. Molte persone si sono attivate sulla strada a tagliare e fanno quello che possono. Segnalano la presenza di lavori, mettono triangoli, avvisano gli automobilisti di fare attenzione; a volte fermano anche il traffico, assumendosi le responsabilità del caso, visto che, nessun addetto provinciale è presente.
«Ognuno deve pensare alle proprie responsabilità – dice il sindaco Valentini – e per qualsiasi cosa il comune è a disposizione».
La valle Bognanco, da sempre, ha un territorio molto vasto in proporzione alla popolazione che continua a diminuire ed i pochi abitanti rimasti, non sono in grado di mantenere tutti i terreni che confinano con le strade. Molti si sono impegnati a tagliare e pulire le scarpate, ma difficilmente si potrà rispettare l’ordinanza emessa che prevede l’obbligo del taglio entro il 30 aprile, perché molto c’è ancora da fare.
«Scaduto il termine dell’ordinanza, faremo un sopralluogo e per coloro che non avranno ottemperato, vedremo quali provvedimenti prendere, ma sono in molti quelli che sono intervenuti e questo dimostra che il risultato di far pulizia è stato recepito ed ottenuto».
Ma poi, sono davvero i proprietari dei terreni confinanti con le strade, i responsabili, oppure è il proprietario della strada che deve garantire la sicurezza a chi transita? Facciamo un esempio molto semplice: se un albero o un sasso, cade sulla strada e succede una tragedia, chi è chiamato a rispondere dei danni?
«La questione è molto complessa ed è materia per avvocati, ma il proprietario del fondo dovrebbe sempre essere tenuto a rispondere».
Se fosse davvero così, sarà opportuno che tutti i proprietari dei fondi confinanti con le strade, vadano subito dal loro assicuratore per stipulare una polizza che li metta al sicuro.
Il Codice della Strada non prevede di tagliare alberi entro una certa larghezza dal ciglio strada; dice solo che i rami non devono restringere la carreggiata. Il problema è chi deve fare questo e chi è il responsabile.
Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che non può essere ritenuto responsabile della morte di un automobilista, andato a sbattere contro un albero sito troppo vicino alla strada provinciale, il proprietario del terreno su cui l’albero era sito già da tempo, atteso che l’obbligo di protezione è posto a carico dell’ente proprietario della strada e non certo del proprietario del fondo contiguo alla sede stradale, il quale non può nemmeno dirsi tenuto a rimuovere l’albero. (Sentenza 12 marzo 2019 n. 10850) Ad essere condannata quindi, in questo caso, è stata la Provincia perché aveva l’obbligo di garantire la sicurezza della strada ed esercitare il controllo allo scopo di neutralizzare eventuali fonti di pericolo.
Come ha detto il sindaco, la questione su chi sia davvero il responsabile, è un argomento complesso, ma una cosa però è certa, questa ordinanza ha fatto emergere un risultato evidente; la strada provinciale adesso è più sicura e pulita.
Un grazie però deve andare anche a quei numerosi volontari che l’estate scorsa avevano già promosso una efficace azione di pulizia lungo gran parte della strada provinciale nel territorio del comune di Bognanco (ed in questo caso – dobbiamo dirlo - Domodossola è assente).
A mobilitare questo piccolo esercito di “giardinieri”, non è stata una ordinanza, non è stato un obbligo caduto dall’alto. A spingere la popolazione bognanchese a prendere in mano moto seghe, cesoie, rastrelli, è stato quel desiderio di pulizia e di bellezza che c’è dentro ognuno di noi, certi del fatto che solo la bellezza salverà il mondo.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO