Quel lontano 11 giugno 1995, aprì per la prima volta, il rifugio Gattascosa. Un edificio, di proprietà comunale, dato in uso per 60 anni a terzi, con l’obbligo del recupero e di esercitare una attività turistico ricettiva.
Destò molta curiosità ed interesse, l’apertura del rifugio agli escursionisti dell’epoca, abituati da sempre a percorrere questi sentieri di Bognanco, con il pranzo al sacco portato sulle spalle. Quel giorno, senza tanto clamore, iniziò una nuova era per l’alta valle. Quell’anno, il rifugio chiuse il 24 settembre e riaprì solo all’inizio dell’estate successiva. Poi vennero le timide e coraggiose aperture anche nel periodo invernale. Senza moto slitte, senza gatti delle nevi. Si saliva a piedi o con gli sci d’alpinismo. « Oggi sono venuti in due a bere the ed un altro a mangiare un panino…» rispondeva un po’ sconfortato l’amico Guido i primi anni, quando gli si chiedeva come andava su al rifugio.
Oggi, tutti conoscono il rifugio Gattascosa. Tutti ci sono stati, almeno una volta a bere, a mangiare o a dormire. Il rifugio, è diventato una meta classica per chi vuole farsi una passeggiata comoda ai 2000 metri. L’ambiente è straordinariamente bello, naturale. Il vicino lago di Ragozza è uno dei più belli delle nostre alpi e se a questo paradiso, ci abbiniamo una cordiale ospitalità ed una buona cucina, il successo è garantito.
Graziella Maccagno, con i suoi familiari, gestisce da diversi anni la struttura e malgrado oggi sembra più facile e comodo raggiungere il rifugio, le difficoltà della gestione sono sempre legate agli stessi problemi. Primo fra tutti, l’acqua che d’inverno gela. «E poi, aggiunga pure – dice Graziella - anche le nevicate nei fine settimana. Quando al venerdì viene un metro e passa di neve fresca, non è facile raggiungere il rifugio, con nessun mezzo.
Cerchiamo di fare tutto il possibile e del nostro meglio – prosegue Graziella -e voglio ringraziare tutti i collaboratori che ci danno una mano e tutti i clienti che si fermano da noi. Questa estate son venuti fin quassù molti con le E-bike; una bella trovata!
Tutti gli operatori di Bognanco – conclude Graziella Maccagno - dovrebbero proporre escursioni in alta valle e chi ha una attività, dovrebbe impegnarsi a tenere aperto la propria struttura il più possibile, perché solo così si potrà incentivare il turismo».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO