Da domenica 16 settembre il rifugio Alpe Laghetto è chiuso, ma i molti volontari che partecipano all’attività di gestione, continuano a dare il loro contributo per le operazioni di chiusura, condizionata quest’anno, dalla esecuzione in corso di opere edilizie finalizzate alla miglioria della struttura dal punto di vista igienico sanitario.
Il CAI di Arsago Seprio ha infatti avviato i lavori di ampliamento del rifugio, che porteranno a migliorare la funzionalità della struttura con una cucina più ampia, un nuovo servizio igienico e nuovi spazi dedicati al gestore.
Molte le difficoltà nella realizzazione di questo ambizioso progetto visto che il rifugio si trova a 2039 m.s.l.m. e non è raggiungibile da mezzi su gomma.
All’Alpe Laghetto ci si arriva infatti, solo a piedi e per trasportare i materiali necessari alla attività (viveri, bevande, bombole gas, attrezzature, legna da ardere…) si ricorre all’elicottero, così come per i materiali da costruzione del cantiere e questo comporta dei costi notevoli, che vanno ad incidere pesantemente sulle risorse a disposizione.
Un tempo i montanari, portavano tutto sulle spalle e utilizzavano i muli per trasportare le merci dove non c’erano strade, impiegando molto tempo. Oggi non è più così e, facendo un esempio, in un paio d’ore, l’elicottero ha portato al rifugio tutto il legname necessario per il cantiere e pronto per l’assemblaggio.
L’unico grande problema, che nemmeno la tecnologia più moderna può superare, è la quota. Attivare un cantiere sopra ai due mila metri non è cosa da poco. Puoi lavorare al massimo quattro o cinque mesi l’anno; da giugno a settembre- ottobre, sempre che non si verifichino condizioni climatiche tali da non poter lavorare, specialmente nei primi giorni di giugno, quando può ancora nevicare e da fine settembre in avanti, quando di notte le temperature scendono sotto lo zero.
Occorre coraggio e perseveranza. Audacia e saggezza. Doti che solo pochi posseggono e fra questi, non c’è dubbio, i soci del CAI di Arsago Seprio che sapranno dare per la prossima stagione estiva, un rifugio ancora più bello e funzionale.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO