Non nevica più come una volta. Balle!
Novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile… sono i mesi quando a Domodossola può nevicare e non sarebbe una novità veder nevicare, nelle vallate, nemmeno a maggio o a fine ottobre. Sei, sette, otto mesi all’anno sotto la neve, proprio come una volta, proprio come ci raccontano gli anziani di quando erano piccoli e di quando – a detta loro - nevicava sul serio.
Abbiamo sentito alcuni bognanchesi con la memoria di ferro…
Cecilia Darioli titolare dell’albergo ristorante Da Cecilia a Graniga…. «Mi ricordo nel 1986, era la fine del mese di gennaio e nevicava che Dio la mandava… Avevano organizzato qui da noi una cena con la selvaggina e quel pomeriggio, decisi di mettere nella pentola solo mezzo camoscio, visto come nevicava. Stavo alla finestra a guardare e lo spessore della neve cresceva a vista d’occhio ed alla fine non venne nessuno, perché c’erano quasi due metri di neve».
Adolfo Valentini, essendo che d’inverno faceva il maestro di sci, lontano da Bognanco, gli viene in mente solo di quella valanga del 1951, che distrusse casere e stalle all’alpe Broina. Enrica invece, sua moglie, ricorda molto bene quel 14 gennaio 1969, quando un finanziere venne travolto dalla slavina sotto la località Cortino. «Eravamo in casa – racconta Enrica - quando abbiamo sentito picchiare i vetri alla finestra… era buio e nevicava. Era un giovane finanziere disperato che chiedeva aiuto perché il suo compagno era rimasto sotto una valanga… Organizzarono subito una squadra di soccorso, con i pochi uomini che c’erano in paese perché molti erano rimasti bloccati giù a Domodossola, proprio a causa di quella grande nevicata che ancora persisteva. Con le lanterne e le attrezzature di quei tempi, i soccorritori impiegarono un po’ di tempo ad arrivare sul posto della tragedia e quando finalmente trovarono il povero ragazzo, ormai era già morto».
Carla Darioli classe 1931 e residente a Boco, la trovo seduta in casa, vicina alla stufa e china sul lavoro ai ferri… “Buongiorno, cosa sta facendo?
« Oh… sun dre fa di pidonitt…»
“Pido…che?“
« Pidonitt…(calzette di lana da mettere ai piedi quando si va a letto)»
Lavora ancora Carla, con i suoi 88 anni passa le giornate a fare calzette.
«La casa è bella calda, mentre fuori fa freddo e piove, anzi, sono giorni che in alta valle nevica di brutto…
Carla, si ricorda di qualche grossa nevicata dei suoi tempi?
«Si, certo. Mi ricordo che, anche se c’era tanta neve, andavamo a scuola e da Graniga scendevamo a piedi verso San Lorenzo sulla mulattiera. Camminavamo calpestando la neve e per non scivolare spargevano, nelle varie stradine, della segatura. Mi ricordo che a noi alunni, facevano portare la legna per riscaldare la scuola e anche per l’abitazione della maestra. Noi femmine portavamo la legna ad nua (legna fine) che era più leggera mentre i maschi, con la caula, portavano la legna grossa.
Per ultimo, abbiamo incontrato Aldo Darioli, che anziano non è, ma in prima persona ha molto a che fare con la neve, in quanto, operaio del comune e quando nevica non è mai tranquillo…
Sorride e non vorrebbe parlare del suo lavoro. Aldo è sempre molto riservato, ma poi piano piano si sblocca. «A sentir parlare di neve mi vien la pelle d’oca – dice - e quando le previsioni danno forti nevicate, non riesco a dormire. Mi alzo più volte di notte a controllare ed alla mattina parto presto con il mezzo del comune per rendere agibili le strade».
Si ricorda di qualche nevicata eccezionale durante tutti questi anni di servizio?
«Sorride ancora, cosciente del fatto che ha ceduto e che seppur non avrebbe voluto, si sta sbottonando…«Ma sì, mi ricordo ben di nevicate grosse… Quella volta, ad esempio, nel 1999, stavo cercando di liberare la strada per Pizzanco con lo spartineve quando mi sono bloccato mentre cercavo di aprire la strada nel vallone dove era scesa una valanga. Mi son venuti incontro i frazionisti con le pale e picconi per tagliare l’ammasso di neve che aveva ostruito la strada. E poi, anche quella volta con l’Unimog… con me c’era Benito Pontiroli quando, sulla strada del Moraso, siamo rimasti sommersi da una scuffiàa (massa nevosa abbastanza contenuta, che si stacca da un pendio più o meno inclinato) staccatasi improvvisamente dal prato sopra. Abbiamo chiesto aiuto e anche quella volta, son venuti a liberarci quelli del paese con le pale».
E adesso come si sente con ste nevicate continue di novembre?
«Bhè, quest’inverno per me è un po’ diverso…(e mi sembra quasi di cogliere sul suo volto un sorriso ancor più accentuato di prima…)
Come mai?
«Fra tre mesi andrò in pensione ».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO