Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono.
Poche parole, ma che racchiudono una grande verità.
«Assolutamente sì – dice Salvatore Bariatti – e da quando io e mia moglie abbiamo portato qui in valle la nostra residenza, possiamo dire che ogni giorno viviamo questo grande pensiero di William Blake».
Durante il Tour del Monscera, abbiamo visto che eravate impegnati a scattare fotografie.
«Gli organizzatori, ci hanno chiesto se potevamo dare una mano e noi non ci siamo certo tirati indietro».
Come vi è sembrato l’evento?
«Non avremmo mai pensato che in un piccolo comune come questo, si potesse organizzare una manifestazione di questa portata».
Cosa vi ha colpito maggiormente?
«Un numero notevole di volontari, mi sembra 150, che se rapportati ai neanche duecento residenti, fa capire quanti bognanchesi si siano adoperati per questa storica manifestazione e poi, la grande professionalità dello staff organizzatore, a partire da Franco Charbonnier, presidente dello sci club e dai suoi stretti collaboratori, come Frabrizio Maccagno, responsabile della logistica, Dario Darioli e Fabio Lomazzi, responsabili tecnici; Giampaolo Maccagno che, con i fratelli Giancarlo e Luciano Galletti, con la guida alpina Stefano De Luca, hanno tracciato il percorso».
Ci sono però molte persone che non si vedono, ma danno comunque importanti contributi durante questi eventi…
«Eh sì, Abbiamo avuto modo di vedere i volontari A.I.B. di Domodossola e Crevoladossola impegnati al servizio posteggio, il personale medico con i volontari della CRI e del Soccorso Alpino, attrezzato anche con ben 6 defibrillatori dei quali, 4 posizionati sulle creste, dove c’erano persone abilitate al loro funzionamento. Erano presenti a dare una mano, le forze militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri forestali, oltre che uomini della Polizia Provinciale. Ha funzionato un perfetto e silenzioso servizio navetta, evitando così di intasare i risicati parcheggi ricavati a fatica all’alpe San Bernardo».
E poi c’erano gli atleti….
«Certo, i concorrenti… 108 se non sbaglio ed ho avuto la fortuna di osservarli lungo il percorso attraverso l’obiettivo della macchina fotografica e ne son rimasto affascinato. Sono “macchine perfette”, affrontano sfide al limite dell’impossibile e mi sono trovato a notare due cose: la prima è che in quasi tutti gli scatti che ho fatto… sorridono! Non sorridono a me o all’obiettivo; sorridono e basta! Sono felici, appagati… la sfida li entusiasma, la stanchezza, il fiato corto, la tensione muscolare… sono i loro giocattoli preferiti. E’ una sfida personale, ognuno con i propri limiti, con la propria forma… e sono inequivocabilmente felici in quel momento. La seconda cosa che mi ha colpito è che… buona parte di loro, passandomi vicino…ringraziava… Io ero lì a rubare la loro fatica, i loro sforzi per “documentare” in qualche modo l’evento e loro… mi ringraziavano.
La realtà è che questi atleti sono assolutamente consapevoli di cosa significa organizzare un evento di questa portata… e ne sono grati e noi siamo grati a loro e con loro. Insomma, ho proprio voglia di dire ad alta voce… Grazie Tour del Monscera per le emozioni che ci hai dato!».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO