Il silenzio nella valle, la domenica di Pasqua era spettrale. Nemmeno gli uccelli cantavano. I cani non avevano nessun motivo per abbaiare. Nessuno in giro, nessun rumore. Solo le nove campane della chiesa di San Lorenzo, hanno rotto il silenzio suonando solennemente a festa. Come ogni anno, da quando, nel 1928, vennero collaudate.

Quest’anno, a Pasqua, la chiesa, seppure aperta regolarmente, rimase miseramente vuota. La gente è rimasta a casa. Nemmeno i morti hanno avuto il rito che da sempre li onora. Nessuno ha accompagnato al cimitero Alina Valentini, vedova Biancossi, deceduta la settimana scorsa. Niente annunci, niente funerale, niente botti delle campane, niente di niente. Le morti sono silenziose in questo tempo di Coronavirus.

La domenica di Pasqua, tutti alle finestre e sui balconi di casa, a sentire il concerto del campanile e scambiare (da lontano) con i vicini gli auguri.

Molto graditi i dolci offerti dal Team Race La Veia, in collaborazione con la pasticceria Doria di Domodossola e distribuiti in tutte le frazioni della valle, grazie ai volontari della Protezione Civile A.N.A.

Qualcuno si è vestito a festa, altri hanno mantenuto gli abiti di casa, ma tutti hanno cucinato un pranzo speciale e poi la colomba, il cioccolato, le sorprese dentro le uova di Pasqua. Come se tutto fosse normale.

Bastava non accendere radio o televisione; non andare a leggere le news sui telefonini ed era una Pasqua perfetta, come tutti gli anni. Solo il silenzio potrebbe averla resa un pò diversa.

Stabilimento acque minerali fermo, centro Oniro chiuso, rifugi e ristoranti chiusi, alberghi chiusi, seconde case quasi tutte chiuse. Nessuno sa dove si andrà a finire e l’incertezza generale, rende difficile ogni azione.

L’unica cosa certa, è che, non sapendo più cosa altro fare, ti porti a casa la legna e ti fai una scorta per l’anno che verrà. Se verrà.

Poi, quando ormai sei rassegnato ad aspettare che tutto finisca, ti arriva un messaggio sul telefonino. “ Scambio un mio appartamento nell’Oltre Po Pavese, per una baita in montagna”.

Ma toh! Qualcuno deve aver già fatto considerazioni sul dove andare a rifugiarsi nei prossimi anni. Adesso si tratta di capire se qualche montanaro, vorrà scambiare la sua baita con un appartamento in pianura o in città.

Se fosse così, c’è proprio da dire che… non tutto vien per nuocere.

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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