In attesa che il governo dia le giuste direttive per le aperture dei rifugi sulle montagne, il CAI, fa sapere con opportuni messaggi esposti dalle varie sezioni, in tutti i bivacchi, che i locali invernali, a causa della emergenza COVID-19, non sono accessibili.
La cosa interessa anche la valle Bognanco e puntualmente nei due bivacchi di maggiore frequenza (Bivacco Marigonda all’alpe Vallaro - CAI di Domodossola e locale invernale del Rifugio Alpe Laghetto – CAI di Arsago Seprio), sono stati esposti dei messaggi che avvisano del rischio che l’utente può incorrere facendo accesso (per i soli casi di emergenza) nel locale invernale.
Il messaggio scritto ed esposto è chiaro: Locale invernale non accessibile causa emergenza COVID-19. Quindi, in montagna si va e si ritorna a casa la sera. Poi, siccome sulle alte quote si può morire anche di freddo e di fame, chi viene sorpreso da condizioni estreme, potrà utilizzare il locale invernale, consapevole che l’accesso, equivale all’assunzione del rischio di contagio da COVID-19.
Assurdo?
No!
E’ impensabile sanificare i bivacchi situati sulle montagne e quindi chi si troverà costretto ad utilizzarli per i casi di emergenza, dovrà provvedere, se lo riterrà opportuno, a igienizzare preventivamente l’ambiente.
Solitamente i bivacchi si utilizzano per pernottare (una sola notte), accendere una stufa per riscaldarsi o un fornello per cucinare qualcosa (quasi sempre, in ogni struttura, si trova nell’armadio l’occorrente per cucinare cibi essenziali) e prima di partire, si rifornisce la struttura di legna e si deposita nella cassetta posizionata in bella vista, una congrua somma di denaro per quanto si è utilizzato, avendo massima cura di lasciare tutto pulito ed in perfetto ordine.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO