Già al rientro in valle, dopo un venerdì di lavoro, si era intravisto il Bogna grigio, violento e cattivo. Quando fa buzza l’acqua del torrente diventa color caffelatte. Questa volta era grigio. Ciò vuol dire che non aveva eroso solo terra, l’acqua era andata in profondità e stava portando giù la sabbia e pietre risparmiate in quell’ultima alluvione dell’ottobre duemila.
«L’abbiamo scampata» si diceva domenica in valle, fino a che è arrivato l’ultimo regalino della giornata; una grossa frana sulla provinciale appena sotto l’abitato di Camisanca.
Alcuni lo avevano già annunciato, come sempre succede; tutte le volte che si passava lì sotto, un occhio alla strada e l’altro alla montagna «prima o poi vien giù tutto» si pensava ed infatti così è stato. La domenica è giorno di rientro per molti che hanno trascorso il fine settimana in valle, anche dalla vicina Lombardia e c’è mancato poco che nessuno è rimasto sotto. Alcuni membri del CAI di Arsago Seprio, che erano saliti al rifugio Alpe Laghetto per la chiusura invernale della struttura, stavano rientrando a metà pomeriggio quando, accettando un invito a casa di un amico di valle, si sono fermati giusto il tempo di stappare una bottiglia. Un tempo mandato da Dio visto che quando hanno passato la frazione di Camisanca si son dovuti fermare per la frana ancora fumante. Davanti a loro era transitato Alessandro Bragoni ed è passato il tornante senza notare assolutamente nulla sulla strada. «ma come franato?...Son passato pochi minuti fa e sull’asfalto non c’era neanche un sasso» ha detto rispondendo al telefono quando lo si stava chiamando per avere la certezza che avesse superato la frana indenne.
Il gruppetto di Varese, dicono di non aver mai bevuto un goccetto di vino così miracoloso. Se non si fossero fermati, forse sarebbe stata una tragedia. Quattro macchine tutte in fila a scendere i tornanti della valle ed una montagna che frana di botto. Per stavolta nessun funerale. Adesso inizia la conta dei danni ed il comune ha fatto sapere che occorre compilare un modulo per la richiesta di risarcimento.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO