La strada provinciale della valle è riaperta.
Chiusa da domenica 4 ottobre, quando una grossa frana l’aveva ostruita al km 8,400, l’altro ieri mattina la provincia ha disposto il transito a senso unico alternato con impianto semaforico.
Adesso si dovrà provvedere, nuovamente, a posizionare reti e cavi di acciaio per garantire, il più possibile, la stabilità della parete rocciosa a monte della strada.
Ma questo ultimo e tremendo nubifragio di inizio ottobre, cosa ha davvero combinato in valle?
VIABILITA’
Dai primi sopralluoghi effettuati e che sono ancora in corso, oltre alla colossale frana sulla strada provinciale, in località Camisanca, si è constatato un pericoloso smottamento della strada per Pizzanco che rende difficile, se non impossibile, l’accesso alla piazza della frazione e altro smottamento sulla strada per Bei dove però non si è ritenuto di chiudere il transito. Sembra che per quanto riguarda le strade non ci sono altre problematiche, a parte ovviamente le numerose piante sradicate dal vento e cadute sulle strade che sono state prontamente tagliate per rendere possibile la viabilità.
SENTIERI
Molte invece sono ancora le interruzioni, sulla rete sentieristica.
Smottamenti e frane sul sentiero che da Graniga va a Pizzanco.
Alberi crollati sul sentiero Bognanco Fonti- Ca’ Monsignore e sul sentiero di San Marco, in direzione del cimitero. Esondazione del Bogna sui percorsi del fondo valle, praticati anche dal bestiame, con distruzione di ponti pedonali e sentieri in località Forno.
PASCOLI
Una enorme frana si è riscontrata all’alpe Garione, nello stesso punto dove già lo scorso anno si era verificato un primo smottamento e dove il comune aveva tempestivamente modificato il sentiero per rendere possibile l’accesso all’alpe con il bestiame alla azienda agricola Borri Mario. Questa frana comporta una drastica diminuzione del pascolo in quanto, oltre ad aver portato via una fetta notevole di manto erboso, si dovrà recintare tutta l’area a debita distanza, per evitare che le mucche cadano nel burrone creatosi.
Anche l’alpe Pezzalunga è stato invaso da detriti e sabbia a causa della deviazione di un piccolo rigagnolo che si è trasformato in un torrente ed anche qui si è stato portato via una notevole superficie di pascolo.
TORRENTE BOGNA
Al momento, la situazione più critica si è riscontrata dalle parti di Picciola e Forno, dove il Bogna ha esondato in più punti, modificando completamente lo stato dei luoghi e riempiendo tutte le briglie esistenti con la preziosa funzione di rallentare la velocità dell’acqua. Oggi quindi il Bogna, come era già successo nel 2000, è nuovamente un proiettile in direzione della piana di Domodossola.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO