Alla fine, la graduatoria approvata per l’assegnazione in affitto dei pascoli montani di proprietà comunale, ha visto per il 1° lotto (Alpe Arza, Paioni e dintorni), al primo posto, la Soc. S.A. Della Piazza con un offerta di 2.850,00 euro e 72 capi bestiame; per il 2° lotto (Alpe Monscera e dintorni), la Soc. S.A. Della Piazza con un offerta di 7.250,00 euro e 72 capi; per il 3° lotto (Alpe Garione e dintorni), l’azienda agricola Borri Mario con un offerta di 1.601,00 euro e 49 capi e per il 4° lotto (Alpe Dente, Vallaro, Campo e dintorni), la Soc. S.A. La Bergera con un offerta di 50.720,00 euro e 1179 ovicaprini e 103 bovini.
Le aziende Samuele Ballabio, Pietro Ferraris, Cappellozza/Richini e Mirko Imberti, sono state escluse in quanto, dalle verifiche effettuate, non hanno il numero di capi bestiame previsti nel bando, mentre gli operatori Giuseppe Revelli/Michele Porporato, seppur giunti primi classificati nel 1°-2° e 3° lotto, sono stati esclusi, dopo che la Commissione, ha verificato la mancanza dei requisiti morali in base all’art. 80 del D.Lgs n. 50/2016.
La Commissione, ha disposto anche, nella stesura del verbale, che la Società Della Piazza, non avendo un numero di capi sufficienti per entrambi i lotti assegnati (1° e 2°), sarà tenuta a sceglierne solo uno ed il lotto non prescelto, sarà considerato deserto e di conseguenza rimesso nuovamente all’asta.
Idem per il lotto n. 5 (Alpe Fornalino e dintorni) che, essendo andato deserto per mancanza di offerte, verrà rimesso all’asta.
Le somme offerte dai rispettivi partecipanti all’asta, sono annuali e verranno pagate al comune in due rate; una all’inizio della stagione e l’altra alla fine. In caso di mancato pagamento, il comune potrà rivalersi incamerando parte o l’intera cauzione da versarsi in misura pari al canone di affitto.
Qualche riflessione sulla assegnazione del 4° lotto è doveroso farla. Ad aggiudicarselo è stata la Società La Bergera di Mondovì del cuneese che ha offerto, su una base d’asta fissata dal comune di 4.800,00 euro/anno, la somma di euro 50.720,00. Dieci volte tanto! «E’ una cifra che non ha senso – dice Mirko Imberti che in questi ultimi anni aveva tenuto il pascolo in affitto dal comune – stiamo parlando di affitto e non di comprare»!
In effetti, è un lotto molto esteso ed è ricchissimo di acqua e sorgenti, ma cinquanta mila euro, sono circa la metà del valore dei capi che si portano su al pascolo.
Molto presto quindi sapremo se l’offerta è stata ponderata, oppure se, come ha detto il precedente affittuario, si tratta di una operazione senza senso.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO