Lo hanno sempre detto i nostri vecchi: Santa Bibiana, quaranta dì e ‘na smana. E quel 2 dicembre dello scorso anno, giorno di Santa Bibiana era un po’ così; bello, ma non troppo, temperature fredde ma non troppo, cielo azzurro, ma non troppo; diciamo velato. Insomma, una giornata come tante, senza pretese.
I rifugi dell’alta valle però, che di giornate senza pretese non sanno che farsene, non vedono l’ora che questi 40 giorni e una settimana, finiscano e che arrivi finalmente la neve e il giusto inverno.
Fabrizio Lorenzi del rifugio San Bernardo (1630 m. s.l.m.), prendendola un po’ ironicamente dice di «essere stufo di fare la danza della neve» ed assicura l’apertura del rifugio «tutti i prossimi fine settimana e su prenotazione di comitive anche nei giorni feriali».
Durante le feste, come è andata?
«Per Natale, siamo partiti bene, seppur senza neve, poi, verso capodanno, colpa della pandemia, più del 60% dei prenotati hanno disdettato e ci siamo trovati a lavoricchiare.
Adesso le temperature sono adeguate al periodo, ma ci vorrebbe un po’ di neve».
Dal rifugio Il Dosso (1740 m.s.l.m.) ci dicono che, seppur hanno avuto delle disdette, «il capodanno non è andato malissimo. Mentre per tutto il resto è un disastro – dice Antonio, gestore della struttura. Lo scorso anno, in questo periodo avevamo qui al rifugio tre metri di neve, oggi, tre millimetri e se non c’è neve, la gente non si muove e poi, a peggiorare questa situazione, c’è il covid che continua a far paura, specialmente nelle grandi città, da dove proviene la nostra maggiore clientela abituale. Al momento quindi, prospettive non ce ne sono tante. Aspettiamo solo la neve per lavorare, certi che l’alta montagna, garantisce indiscutibilmente una maggior sicurezza dal punto di vista dei contagi».
Salendo ancora di quota, troviamo Graziella del rifugio Gattascosa (1993 m.s.l.m.), la quale ritiene che «purtroppo, un po’ per il fatto che non c’è neve, un po’ il tempo non sempre bello e un po’ il covid, le festività sono andate così così. Speriamo arrivi la neve - conclude Graziella – per i week end prossimi e soprattutto per i giorni di luna piena. Noi, se il tempo lo permetterà, saremo al rifugio».
Tanta voglia di lavorare quindi e di girare pagina, da parte degli operatori turistici dell’alta valle, per cambiare discorsi, per dare una svolta a questa vita di paura e di incertezze che, prima o poi, siccome, allo stesso modo di quando arriva un alluvione e diciamo: non può mica piovere per sempre, anche per questa pandemia possiamo augurarci che non potrà durare in eterno.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO