Da giorni si incontrano in alta valle persone che corrono…corrono e corrono. Facce mai viste e tutti secchi come chiodi. Corrono anche se piove. Anche se fa freddo e sono vestiti quasi sempre solo con braghette e maglietta. Quando si fermano nei rifugi per ristorarsi, mangiano e bevono, ma sempre attenti a non sgarrare. Niente grassi, niente alcol, niente abbuffate e sorridono spesso, sono gentili e quasi sempre parlano lingue straniere. Sono alcuni degli atleti venuti in valle da tutto il mondo per partecipare al Campionato Mondiale di Skyrunning che si svolgerà domenica 11 settembre. Una data che la valle Bognanco se la ricorderà per tanto tempo. «Abbiamo lavorato molto – dice Alessandro Bragoni, presidente del Team organizzatore.
Nel 2015, abbiamo assegnato il titolo italiano, nel 2019 quello europeo e quest’anno la Veia Sky Race, sarà mondiale. In questi anni siamo andati in giro per il mondo a vedere cosa e come facevano gli altri con più esperienza, per cercare di apprendere al meglio i loro segreti. Poi – prosegue Bragoni - qualche nome importante delle Skyrace è venuto a vedere come eravamo organizzati e come era il nostro percorso e da queste visite, è nata la grande opportunità di ospitare in Ossola i Mondiali».
Niente da dire. Avete fatto una bella scalata. In pochi anni, siete arrivati in cima al Mondo. «Sì e questo grazie anche alla unione con gli amici di San Domenico che organizzano la Rampigada Vertical di venerdì 9 e Formazza di sabato 10 con la But skyrace».
E dopo il Mondiale?
«In futuro non ci fermeremo – conclude Alessandro Bragoni – manterremo il livello molto alto, ma adesso concentriamoci sul presente, poi penseremo al dopo».
Allora parliamo del presente… come siamo messi con il percorso di gara?
A rispondere è Adriano Darioli. «Il percorso, è tutto segnato da giorni anche perché è oggetto di collaudo e verifiche da parte dei “Referee” internazionali ed è praticato anche da molti atleti già presenti sul territorio. Abbiamo posizionato bandierine gialle per la salita, rosse per la discesa e segnalato con bandierine arancioni incrociate i vari punti dove occorre fare più attenzione. Sono una novantina – precisa Adriano – ed in ogni punto, ci saranno uno o più volontari con il compito di dare assistenza agli atleti».
E nel caso ci fosse tempo brutto con nebbia?
«Ci sono segnali ogni venti/trenta metri – dice il responsabile del percorso – e pregherei che non vengano tolti e/o spostati, perché sono determinanti per garantire la massima sicurezza della gara».
E tutti questi segnali, bandierine, striscioni, finita la gara che fine faranno?
«Verranno tolti - conclude Adriano Darioli – fra i compiti della “scopa” c’è anche quello di raccogliere bandierine e nastri che i volontari, rientrando alla base, porteranno a valle ».
Una grande organizzazione per un grande Mondiale che vedrà impegnati un esercito di volontari lungo tutto il percorso di 31 km e 2600 metri di dislivello, compreso cinque medici, due mezzi di soccorso, un elicottero e tanta gente pronta a dare una mano perché un Mondiale è un Mondiale e tutti vorranno poter dire: “Quell’undici settembre 2022 a Bognanco, c’ero anch’io”.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO