E’ iniziata al buio e con un cielo pieno di stelle, la giornata di domenica scorsa, nel silenzio di una attesa carica di buoni auspici. Poi, verso le 5, sono arrivati i primi trambusti dei volontari incaricati a predisporre gli ultimi preparativi all’Alpe Gomba, per la partenza ed arrivo dell’ultima prova dei Mondiali di skyrunning in Ossola. La partenza della skyrace di 31 km e 2600 metri di dislivello positivo, è avvenuta puntuale alle 7:40 dal campo sportivo e qualche preoccupazione fra gli organizzatori, si è subito manifestata quando dalle radio, giungeva voce che alcuni atleti si erano infortunati già durante la salita. Cose leggere, fortunatamente, ma che hanno comunque costretto al ritiro sei concorrenti
Anche il vincitore Roberto Delorenzi, ha raccontato di un suo infortunio…«Sono caduto – ha detto al termine della gara – scendendo dal Verosso, ma a parte un leggero dolore e gonfiore alla mano, ho potuto proseguire e mantenere la prima posizione, fino all’arrivo».
Ha battuto il record lo sa?
«Sì, mi ero preparato per questa gara. In salita ero leggermente indietro poi, al rifugio Laghetto, ho raggiunto e superato chi mi stava davanti e mantenuto la prima posizione. A metà gara circa ho avuto la fastidiosa sensazione di crampi alla gamba ed ho rallentato, tenendo sempre sotto controllo gli inseguitori e sono soddisfatto di aver fatto il nuovo record».
Tre anni fa lo spagnolo Jan Margarit Solè aveva vinto con il tempo straordinario di 2h53’57”, quest’anno Delorenzi, ha fatto di più; ha fermato il cronometro a 2h 51’13” e vinto il Mondiale.
Medaglia d’argento per il francese Tranchand Freédéric con circa un minuto di ritardo e bronzo per il giapponese Ueda Ruy (2h53’12”).
Tre italiani nei primi dieci e, da segnalare la grande prestazione del giovane Roberto Giacomotti, arrivato decimo, con il tempo di 3h07’08”. In parole povere, ha corso mediamente alla velocità di circa 10 km all’ora.
In campo femminile, per la sesta volta, a Bognanco, è salita sul gradino più alto del podio e vinto il Mondiale, la rumena Denise Dragomir, senza però battere il record, che era già suo con 3h23’, perché è arrivata al traguardo con il tempo di 3h 29’51”. « Ho subito un infortunio – si è giustificata la campionessa – e non mi sono ancora completamente ristabilita. Quest’anno poi, non era facile arrivare prima, ma il grande tifo che c’è sempre in questa meravigliosa valle, mi ha dato forza e coraggio».
Tornerai?
«Sì, certo. Sarebbe bello poter vincere per la settima volta».
Medaglia d’argento per la spagnola Cornejo Patricia Pineda (3h33’47”) e bronzo per l’italiana Martina Cumerlato (3h35’58”). Per trovare la seconda italiana, dobbiamo scendere fino alla nona posizione dove troviamo Chiara Giovando con il tempo di 3h 46’52”.
Tutti soddisfatti quindi, a partire ovviamente da Alessandro Bragoni, coordinatore del gruppo organizzatore che, a fine giornata dichiara:«La mia più grande soddisfazione è aver dimostrato che l’unione fa la forza. Abbiamo unito i campanili di tre vallate incredibili e tantissimi stranieri che sono arrivati per partecipare a questi mondiali, hanno notato tre realtà fantastiche e diverse fra loro, ma nell’insieme, unite con l’unico scopo di promuovere e far conoscere l’intero territorio».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO