Viene difficile raccontare le emozioni del Natale, quando ogni giorno si incontrano nelle strade volti sorridenti e sguardi pieni di tristezza. Raccontare il Natale dei tempi passati, di ieri o di oggi, non è possibile se non racchiudiamo in un cerchio magico tutte le persone che vivono in questo territorio.

Per Elisa Balzani ad esempio, «il Natale più bello è trascorrere la giornata insieme alle persone che si amano, scartare i doni di Babbo Natale insieme e poi andare a casa della nonna, brava ad inventare giochi e dare premi a tutti. Per la piccola Arianna – prosegue Elisa – è magico l’Elfo che arriva dal primo dicembre in casa nostra e poi la mattina di Natale, trovare sotto l’albero i doni…e trascorrere la giornata a casa dei nonni». Nonni che diventano anche bisnonni, come Rosanna che ricorda la grande delusione di quel Natale triste per un lutto in famiglia, che lei piccolina aveva vissuto sì, ma senza dimenticare di mettere, la sera del 24 dicembre il piatto sul tavolo della cucina bene in vista. Piatto, che però trovò miseramente vuoto la mattina. «Solo il giorno dopo, con grande stupore e piacere – racconta Rosanna- trovai dentro i piatti, dei mandarini, caramelle e fichi secchi. Gesù Bambino non si era dimenticato»

Anche Mario Galletti ultraottantenne di Graniga è nonno ed anche lui ci racconta sorridendo il Natale dei suoi tempi.

«A metevum ul piat sul tavul, quand a turnavum a cà dop la Mesa ad mezzanocc, prima da nà a durmì…(mettevamo il piatto sul tavolo, quando tornavamo a casa dopo la messa di mezzanotte, prima di andare a dormire…)»

E cosa trovavate nel piatto al mattino?

«Quasi sempar fruta e spagnulet… e quand i brag i erin cunscei da buta via, a voot a truvavum anca un para ad brag nouv… (Quasi sempre frutta e spagnolette… e quando i pantaloni erano conci da buttare via, a volte trovavamo anche un paio di pantaloni nuovi…)».

Niente giochi?

«Mah… a ma sgordi mia… (non mi ricordo…)».

Sta seguendo le vicende tra Russia e Ucraina?

«Sì, sì e mi vengono in mente che anche da noi, negli anni della guerra, abbiamo vissuto un periodo buio e triste… Brutti momenti».

Certo, brutti momenti.

«Momenti di guerra – dice Ivan Shymko che a Bognanco ha vissuto un certo periodo - anche a Natale e che oggi, li stanno vivendo in tanti in Ucraina, come la piccola Anna, portata, dalla sorella più grande in Italia, per allontanarla dalla guerra e che lei però, vorrebbe ritornare indietro. Subito. Magari con un po’ di cioccolato ed un telefono cellulare che San Nicola le potrebbe donare.

Oppure come Daria, ospite dal mese di agosto in Casa Letizia a Domodossola con la mamma Tatiana e che per Natale, le piacerebbe avere, prima di tutto, buona salute per la mamma e se possibile, un paio di scarpe invernali per lei».

San Nicola, Gesù Bambino, Babbo Natale, datevi da fare! E’ inutile ricordarvi che il regalo più bello per tutti, è che questa guerra finisca e che riporti, la libertà e la speranza di una vita migliore, perché non si può continuare a vivere chiusi in un piccolo spazio come se il soffitto fosse il cielo, ma non il cielo in una stanza come diceva una nota canzone. Il cielo di una cantina sotto terra… al freddo e al buio.

 

Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO

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