Dall’Ospizio dei Canonici di San Bernardo su, al Passo del Sempione a duemila metri, il 5 settembre, è partita la carovana dei someggiatori svizzeri (Saumer am Simplon) che rievoca ogni anno, l’antico itinerario commerciale, attraversando le Alpi e con arrivo nella città di Domodossola.
Già il barone Stockalper, aveva dato importanza e sfruttato questo collegamento, in concorrenza con il valico del Gran San Bernardo in val d’Aosta e San Gottardo nel Canton Ticino in Svizzera.
Un valico che ha consentito per secoli di trasportare merci, dal mare Mediterraneo fino su al nord Europa e siccome nessuno ha mai fatto viaggi a vuoto, da queste montagne ci sono stati scambi commerciali che hanno legato ed arricchito i popoli con le loro tradizioni e la loro cultura. Uno scambio che ancora oggi si ripete tenendo uniti il Vallese e l’Ossola, attraverso la valle Bognanco, con i suoi sapori e l’ospitalità genuina che da sempre contraddistingue la gente di montagna.
«Mi piace passare di qui – dice Rolf Gruber, uno degli organizzatori della traversata – perché incontro gente allegra e sapori di una cucina semplice e straordinaria».
Siete un bel gruppetto di persone…
«Sì e molti non si conoscevano prima di questo viaggio. Vivere questa esperienza di cammino si diventa amici e si impara anche dagli animali gli umori della giornata. A Simplon Dorf, si è aggiunta alla carovana anche la piccola Laura che, in perfetta simbiosi con il mulo, ha percorso un lungo tratto insieme a noi».
Quale è, di tutto il percorso, la parte più difficile?
«La parte più dura, sono le due salite; quella del Furrgi fra il Gabi e Swischbergen e quella che dalla val Vaira, sale al Passo del Monscera a 2100 metri che è il punto più alto della traversata. Ma sono i 534 scalini che segnano la fatica e quando sei arrivato in cima al Passo, ti senti libero da tutti i peccati. Ecco perché quando scendiamo sul versante italiano, siamo sempre così sorridenti e gioiosi; siamo puliti come angeli».
L’emozione più bella?
«Sicuramente l’incontro con le persone, a partire dal rifugio Gattascosa, nostra prima tappa italiana, alla simpatica accoglienza del Camping Village Yolki Palki, e l’ospitalità spontanea dei bognanchesi, di Monteossolano e del piccolo borgo di Cisore, per concludere il nostro cammino nel sempre più bello ed accogliente centro storico della città di Domodossola».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO