Sarebbe già un buon motivo per parlarne, pensando al fatto che Salvatore Bariatti in quattro e quattrotto si è messo lo zaino in spalla e ha camminato in solitaria, per 900 chilometri arrivando a Santiago di Compostela. Non un cammino religioso, non la classica avventura seguendo cronologicamente le credenziali del più famoso cammino del mondo, vivendo le emozioni di un viaggio dettato da mete rigorose programmate. No. Niente di tutto questo, Salvatore è partito il 19 marzo dal confine con la Francia ed è arrivato a Santiago il 30 aprile seguendo il cammino meno frequentato e che percorre tutta la costa atlantica del nord. «Il mio è stato un percorso interiore» ha detto Salvatore, quando lo abbiamo incontrato al suo rientro a Graniga, dove risiede. «Una terapia. Ho camminato per settimane solo con me stesso. Ho incontrato pochissime persone e camminato senza programmare nulla e senza aspettative, ripercorrendo i miei bisogni; quelli veri».
E quali erano questi bisogni veri?
«Nei giorni precedenti la mia partenza, aprivo le ante dell’armadio e mi chiedevo: “ma quando me la tolgo tutta questa roba?” Mi sono preparato lo zaino solo con lo stretto necessario; l’indispensabile e l’ho pesato: 14 Kg! Io ne pesavo 116 e mi son detto: va bene così. E son partito. Dopo pochi giorni ho rispedito a casa il pesante zaino che mi ero preparato e comprato uno zainetto, mettendo dentro appena 7 chili di roba; una maglietta, un paio di pantaloni, biancheria intima, una felpa, una giacchetta per la pioggia, medicine e la classica borsetta igienica. Stop! Avevo trovato il mio stretto indispensabile! E sono sicuro che al mio prossimo viaggio, il peso del mio zaino diminuirà ancora…».
E l’alimentazione?
«Frutta, ma era troppo pesante. Facevo una sostanziosa colazione al mattino. Mi portavo qualcosina da bere per la sopravvivenza… Il pranzo lo saltavo… ed alla sera una buona cena. Tutto qui.
E’ stata una scelta interiore e tutte le notti sognavo. Di giorno poi, mentre camminavo, ripercorrevo con i miei pensieri i sogni fatti. Ho camminato 37 giorni, senza sapere quale parte di me sarebbe ritornata a casa».
E adesso lo sa?
«Sicuramente mi sono scoperto una persona più quieta e con una aspirazione ad aumentare ancora di più questa mia nuova quietezza. Ho scoperto il piacere di camminare, lontano dal mio mondo; che mi piace, ma che mi assilla. Mi piace pensare all’indebolimento dei miei ruoli ed allo svuotamento del mio armadio».
Quando è ritornato a casa, si è pesato?
«Sì. Ho perso 9 chili, ma non è stato quello il risultato più atteso. Fisicamente, mi sento cambiato e non fumo più. Mi sono reso conto di aver smesso di fumare senza accorgermene».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO