Il ponte Bailey è piazzato. Ora si tratta di realizzare la rampa che consentirà l’immissione sulla provinciale della valle Bognanco a monte della frana. I tecnici dicono che tutto sarà pronto per la fine di questo mese. Gli ottimisti sostengono che si farà prima, ma non mancano quelli che vedono sempre nero e che dicono che sarà ancora lunga.
Stiamo a vedere.
Tutto dipenderà dal meteo; se farà giudizio si lavorerà bene, se continueranno i temporali e nubifragi, che da tempo persistono, sarà un problema realizzare i due tornanti che dal ponte dovranno collegare la provinciale, debitamente rifiniti con asfalto e barriere di protezione.
Una cosa è certa. La pista che toglierà dall'isolamento l'intera valle Bognanco, si farà!
E la circolazione verrà ripristinata quanto prima, poi tutto è da vedere come verrà sistemata la parete franosa. Ed anche qui ci sono i tempi; i tecnici parlano di qualche mese senza disturbare l'ottimismo ed il pessimismo. La questione dipende anche dalla fortuna. Si inizierà a far scendere tutto il materiale instabile e quando verrà analizzato da vicino il versante, si capirà come intervenire per un lavoro che possa durare il più a lungo possibile.
Il presidente della Provincia Alessandro Lana, il quale si è già preso vari complimenti per l’operazione in corso, è convinto che «entro l’inverno i bognanchesi ritorneranno a transitare sulla provinciale anche sotto il movimento franoso. Il ponte Bailey, una volta terminato la messa in sicurezza della strada, verrà smontato e portato via – ha detto Lana – ma tutto il resto, quindi spalle del ponte, tornanti, strada, barriere… ritengo si debbano mantenere cosi come si trovano; non si sa mai».
I NUMERI DELL’INTERVENTO
Lunghezza pista 500 metri
Costo totale pista 300 mila euro
Costo intervento frana 1 milione euro
Lunghezza ponte 24 metri
Larghezza ponte 6 metri
Peso struttura Bailey 24 t.
Luce ponte sul torrente Bogna 19 metri
Peso che potrà transitare sul ponte 240 q.li
COSA DICE LA POPOLAZIONE?
I bognanchesi stanno vivendo questa situazione fra lo sconforto e la speranza, consapevoli che nessuno di loro può fare qualcosa per cambiare o migliorare le sorti e quindi ogni giorno, con tenacia, forza e costanza, percorrono a piedi sentieri nei boschi per raggiungere dall’altra parte una strada asfalta dove potersi collegare con la scuola, con le strutture sanitarie, con i servizi terziari e commerciali. Insomma, collegarsi con il mondo esterno.
Nel complesso emerge una capacità storica e consolidata di sopportare un disagio enorme, attenuato dalle numerose manifestazioni di solidarietà ed assistenza che i volontari dei vari enti locali e del comune di Bognanco, stanno mettendo in atto a favore della popolazione che abbiamo voluto, per quanto ci è stato possibile, contattare ed ascoltare.
Per Elisa Balzani di San Lorenzo, questa situazione crea grossi disagi e scomodità, «soprattutto per chi alle 6 del mattino per recarsi al lavoro, deve affrontare a piedi sentieri nel bosco. Noi per fortuna abbiamo un appoggio dai suoceri a Varzo, ma per chi non ha nessuno oltre la frana o per gli anziani che non riescono a camminare, è davvero una situazione pessima. Però devo dire che non ci sentiamo soli, abbiamo tutto il necessario e l’aiuto possibile sia dal comune, che sta facendo davvero tanto, sia dalla popolazione».
Raffaela Crespi del Moraso, ha dovuto rimandare tutti i suoi impegni, ma per il resto, essendo per abitudine sempre ben organizzata e previdente, dice che non le «mancano né provviste, né medicinali e devo dire che in molti si sono resi disponibili ad aiutarmi. Ho visto una grande mobilitazione da parte di enti, associazioni e addetti ai lavori».
Alessandra Tino che abita alle Fonti, dice di sentirsi «agli arresti domiciliari, senza aver fatto nulla. Stiamo vivendo un disagio notevole – ribadisce – sabato ci sarà la cresima di mia figlia e non penso proprio che mia mamma potrà percorrere il sentiero a piedi per partecipare ed inoltre, entrambi i miei figli, soffrono per non poter frequentare le attività pomeridiane dopo la scuola. Ma quel che più mi fa arrabbiare, è che se solo avessero fatto qualcosa per migliorare la circolazione stradale della valle in questi ultimi vent’anni, forse non ci saremmo trovati in questa situazione. Una sola cosa mi da conforto; la grande disponibilità del presidente della Provincia Alessandro Lana a dare risposte immediate ed assicurare i servizi che mancano».
Gianfranco Garbolino, autista della ditta Comazzi, non vive bene questa situazione, perché costretto a rimanere fuori a dormire la sera. «Spero al più presto di ritornare al mio domicilio a Fonti e riabbracciare mia mamma novantacinquenne che però devo dire, è ben seguita dal vicinato al quale va il mio più grande ringraziamento».
Simon Lomonaco di Graniga, è molto contento della risposta dei soccorsi e della gente locale ed a parte qualche disagio, riesce ad approvvigionarsi nel negozio alimentari Mella a Bognanco Fonti.
Edoardo Primatesta di Pinez invece, lamenta un completo disinteressamento da parte di tutti. «Noi, qui a Pinez, Bosco e Pioi, non abbiamo visto anima viva. Nessuno è venuto ad informarci su quello che era successo e mio zio ha qualche problema di salute. Io e la mia compagna siamo giovani e quindi, grossi problemi a caricarci sulle spalle quel che serve, non ne abbiamo, però ci siamo sentiti proprio tagliati fuori e di questo, siamo molto rammaricati».
Stefano Vivarelli della Gomba, vive “normalmente” questa situazione, consapevole e propenso a dover accettare imprevisti e disagi avendo scelto di abitare in montagna. «Riconosco che tutti stanno facendo la propria parte, impegnandosi per ridurre i disagi al minimo e riaprire la strada quanto prima possibile».
Fiorenzo Possa di Messasca, camionista, non la sta vivendo bene questa storia…«Tutte le mattine devo farmi a piedi Torno-Barro –dice - e viceversa alla sera, combinando gli orari con mia moglie. Ma tutto questo si poteva evitare se qualche anno fa, facevano un viadotto che evitava tutta quella zona franosa. In ogni modo mi sembra che il comune stia facendo il possibile per starci vicino. Grazie per avermi dato la possibilità di esprimere il mio pensiero».
Nemmeno Miriam Brazzale del Torno, la vive bene questa situazione. «E’ da un mese che cammino con difficoltà a causa di un intervento al piede e sono stata ospite, al di là della frana, per alcuni giorni, altrimenti saremmo stati molto in difficolta in famiglia. Ho apprezzato tantissimo l’appoggio concreto e la disponibilità di Dario Darioli, autista dello scuolabus, che ha garantito la frequenza a scuola dei nostri ragazzi».
Elisa Perotti di San Lorenzo, si sente fortunata perché non le manca niente. «Siamo “fortunati” anche perché abbiamo una macchina di qui e una di là dalla frana… Sì, qualche disagio nel campo lavorativo perché al momento, con il bambino piccolo, non posso farmela a piedi tutti i giorni. Speriamo che facciano presto ad aprire la strada».
Cristiano Galletti del Soccorso Alpino di Bognanco dice: «Nei primi due giorni siamo intervenuti ad aiutare la gente ad uscire dalla valle, attraverso i sentieri che bypassano la frana, dopodiché ci siamo sempre impegnati, mattino e sera, ad accompagnare i sanitari del 118 che prestano servizio continuato in valle. E’ capitato anche di dare una mano, in supporto alla Protezione Civile, nel trasporto viveri ed altri prodotti di prima necessità».
Tino Malini di Magenta, rimasto “imprigionato” a Boco, dice che la «condivisione ha risolto quasi tutti i disguidi che si sono verificati ed abbiamo trascorso dei bei momenti assieme. Ho dedicato tempo alla lettura, a sistemare l’orto e gli impegni presi per la presentazione di libri, li abbiamo risolti grazie a mio figlio…Tutto risolto quindi. Mi auguro che la situazione creatasi sia di stimolo ad una maggiore attenzione alle criticità presenti lungo la strada provinciale della valle».
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO