Il Convegno del 70° anniversario del Soccorso Alpino in Val d’Ossola si è svolto a San Lorenzo a mille metri di quota con le montagne che ti guardano e ti parlano ogni giorno. Domenica scorsa, a parlare di Montagne e Soccorso, sono stati in molti, a partire dal Vice Prefetto Roberto Dosio che da subito ha centrato tre valori fondamentali del Soccorso; quello della bellezza, quello di aiutare gli altri e quello di riuscire a guardarsi dentro, allo stesso modo di come gli speleologi vanno dentro la terra a cercare se stessi. Poi i sacrosanti ringraziamenti per l’attività che i volontari del Soccorso Alpino hanno svolto e continuano a svolgere da settant’anni, da parte del presidente della Provincia Alessandro Lana e dal sindaco di Bognanco Mauro Valentini che ha voluto ricordare la figura di Giancarlo Pellanda, per oltre vent’anni (1973-2000 ndr) responsabile del Soccorso in valle. Anche Alberto Preioni, sottosegretario della Regione Piemonte ha parlato di «grande professionalità nel Soccorso Alpino del VCO, interamente in territorio montano», manifestando «orgoglio per questa preparazione che garantisce sicurezza ai molti che frequentano le nostre montagne».
Sauro Zani, Presidente del CAI di Domodossola, ha voluto unirsi ai ringraziamenti di coloro che lo hanno preceduto, aggiungendo due eccellenze; «quella tecnica, legata alla indiscussa preparazione e quella etica che si manifesta con la grande professionalità della Decima Delegazione». Poi Enrico Rizzi ha iniziato ad entrare nel mondo del Soccorso e dei montanari e, ammettendo di sentirsi come un pesce sull’albero, ha ricordato che «senza solidarietà non ci sarebbe stato l’uomo e che il rapporto fra uomo e montagna è sempre stato di grande rispetto. Ha sempre prevalso la consapevolezza dei pericoli e nelle epoche passate, si è sempre andati in montagna per bisogno e per la sopravvivenza».
Oggi tutti vanno in montagna e spesso purtroppo mancando quel rispetto che Rizzi ha ricordato.
Giulio Frangioni ha snocciolato, nello specifico, l’evoluzione del Soccorso Alpino. «Da quel 8 agosto 1786 quando due francesi scalarono per la prima volta il monte Bianco, ai primi segnali di disgrazia con il telegrafo ottico o con i piccioni viaggiatori nel 1895. Da quella piena disponibilità dei bognanchesi al rifugio Giandomenico Ferrari (nell’estate del 1910 ndr) per aiutare Geo Chavez fornendogli tutti i dati necessari alla prima traversata aerea delle Alpi, alla ancora disponibilità di volontari ad essere pronti a partire con le loro auto private per trasportare negli ospedali, le persone soccorse sulle montagne. Dalla prima tassa di 20 cent. a chi si fermava a dormire nei rifugi alpini, a sostegno della sicurezza, ai primi esperimenti di contatto radio nel 1937 con i rifugi alpini alle prime organizzazioni di interventi di Soccorso in Trentino nel 1953, fino alla nascita nel 1954 a Bognanco Fonti del Soccorso Alpino italiano e quindi della Decima Delegazione Val d’Ossola.
E da qui Paolo Crosa Lenz, è chiamato a parlare di Paolo Bologna, il primo Delegato che organizzò le otto stazioni della più grande Delegazione di Soccorso Alpino del Piemonte. «Siamo nel 1954 e l’Italia in quel periodo sta vivendo anche l’orgoglio di aver conquistato il K2. C’è nell’aria euforia e Bologna è uomo capace e si fa strada con grande talento pratico ed intellettuale». A parlare di Paolo Bologna anche il figlio Carlo che dice di aver «raccolto dei sassolini lasciati da mio padre sul sentiero» e cita una frase: «Ci hanno tirato fuori di lì» che trovò scritto su un suo taccuino. Un modo per ringraziare e riconoscere l’aiuto ricevuto dei soccorritori; gli angeli della montagna, come li ha chiamati e presentati, all’inizio del Convegno, anche la giornalista Arianna Parsi, chiamata a moderare gli interventi.
A seguire nel ricordo degli uomini che hanno fatto grande la Delegazione ossolana è Rosario Mosello che racconta di don Pietro Silvestri, parroco a Monteossolano e San Marco in valle Bognanco e figura molto importante di quegli anni e che venne chiamato a proseguire il lavoro di Paolo Bologna. «Silvestri – dice Mosello - esperto anche di speleologia e problemi ambientali, fu tra i primi a rendersi conto e preoccuparsi sul fatto che i ghiacciai piano piano si stavano ritirando».
E’ passato mezzogiorno da un po’ quando interviene a concludere l’importante Convegno, Matteo Gasparini, attuale Delegato della Decima Valdossola e lo fa spiegando che il Soccorso in tutti questi anni è cambiato. «Una volta –spiega – si andava a recuperare il ferito e lo si trasportava all’ospedale. Oggi non è più così. A bordo dei mezzi di Soccorso ci sono sanitari in grado di “stabilizzare” il ferito. Tutti i nostri volontari e siamo circa duecento con una quindicina in procinto di entrare a far parte della Delegazione, sono abilitati al soccorso sanitario e siamo i primi ad operare in modo digitalizzato. Abbiamo squadre esperte in forre, per il soccorso nei torrenti, squadre con i cani molecolari, già intervenuti con successo in diverse zone disastrate in tutta Italia e abbiamo un gruppo con volontari abilitati a pilotare droni che hanno già operato sulla Marmolada».
Non si ferma Gasparini a raccontare l’operatività e la professionalità della Delegazione e continua…«Dove andiamo? L’obiettivo è lavorare in sinergia a tutti i livelli. Crediamo sia importante per l’attività che svolgiamo, superare il limite territoriale delle varie stazioni e stiamo cercando di attivare un fondo a livello provinciale per coprire la spesa dell’abbigliamento minimo in dotazione ad ogni volontario che al momento deve provvedere di tasca propria. Per tutto questo impegno, voglio dire un grazie sincero a tutti i volontari».
Un applauso fragoroso dei numerosi presenti, ha chiuso il Convegno e dato avvio al rinfresco, servito e curato dalla pro loco e dalle donne in costume, in un clima mite e cordiale come sempre succede sulle montagne.
Giancarlo Castellano, collaboratore di ECO RISVEGLIO